Lavoro, Cisl: «Subito ammortizzatori e finanziamento aree crisi»

TERAMO – "La Regione si faccia parte attiva con il Governo sugli ammortizzatori e dia immediato avvio al finanziamento delle aree di crisi della Val Vibrata, Val Sinello e Val Pescara trovando le risorse necessarie e sufficienti". È quanto chiede la Cisl Abruzzo, alla luce degli ultimi dati sull’occupazione nella regione. "Siamo a 31 mila occupati in meno rispetto allo scorso anno – evidenzia il segretario regionale della Cisl, Maurizio Spina – ottomila in meno rispetto al secondo trimestre di quest’anno: sta diventando drammatica la situazione del lavoro in Abruzzo. I dati ufficiali Istat, relativi al terzo trimestre di quest’anno, dicono ancora che il tasso di occupazione scende di quasi 4 punti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; i disoccupati, oggi, sono esattamente il doppio, 64 mila, contro i 32 mila del 2008, l’anno che segnò l’inizio di questo lungo periodo di crisi". "I dati raccontano che quattro cittadini abruzzesi su dieci non hanno un lavoro e non lo stanno cercando: crescono certamente le persone sfiduciate, i giovani che non studiano e non lavorano, ma probabilmente si allarga anche l’area del sommerso, come evidenziato anche dai dati degli Organi Ispettivi del Ministero del Lavoro". Sul tema interviene anche il segretario regionale della Uil, Roberto Campo, secondo cui "siamo di fronte ad un cambiamento strutturale dell’occupazione in regione: i 500.000 occupati non ci sono più; il dato aveva retto a lungo nonostante la crisi, ma già lo scorso trimestre eravamo scesi a 485.000". "Non si può dire che quello che sta accadendo sia una sorpresa – commenta Campo -. Non si sta facendo a livello nazionale la sola politica che potrebbe far ripartire l’economia e l’occupazione: abbassare in misura consistente le tasse a lavoratori e pensionati per stimolare una ripresa dei consumi interni". "Anche in Abruzzo – aggiunge – bisogna che si capisca che persino le cose giuste fatte troppo lentamente risultano inefficaci e che la mancata riforma della pubblica amministrazione regionale ci priva di uno strumento fondamentale per agire e reagire. E la ricostruzione non è ancora diventata quell’occasione di crescita economica ed occupazionale che era legittimo aspettarsi", conclude Campo, sottolineando che "finalmente nei giorni scorsi è stata accolta, con un anno di ritardo, la nostra richiesta di rimodulazione dei Fas".